Senza data, ma probabilmente scritto al Liceo

Il Ministero sta attualmente studiando la possibilità di introdurre nei programmi del liceo classico anche il sanscrito; che é la lingua della nostra cultura madre! La scuola italiana, misto di errori infantili, spudorata ipocrisia ed enormi ambizioni educative si é investita del ruolo di informatrice di cognizioni, e formatrice di menti e (si badi bene) di coscienze. In altre parole la nostra scuola superiore vorrebbe:

  • fornire delle nozioni scientifiche (informare dei più disparati campi, facilitare la scelta della facoltà universitaria)
  • dare una maturità mentale (abituando al raziocinio)
  • inculcare delle norme morali correntemente accettate, quali le buone maniere, la forza di volontà, la socievolezza, lo
    amor di patria, il rispetto per l'autorità ecc.

Vediamo ora quali mezzi e quali organi la SCUOLA abbia approntato per realizzare i suddetti propositi. (eliminiamo la discussione se i fini suddetti siano o non siano propri della scuola di Stato).

Fornire nozioni scientifiche significa garantire dei professori con una preparazione costantemente aggiornata e critica: la scuola però parte dal principio che questo aggiornamento nasca spontaneamente dagli insegnanti. Informare dei più disparati campi, potrebbe essere saggio se non accadesse che gli insegnanti di ciascuna materia, per rivalità, insegnano la loro materia come se fosse l'unica (accanendosi su date, nomi e particolari insignificanti).

Dare una maturità e inculcare delle norme morali presuppone avere un corpo insegnante dotato sia di una che delle altre: cosa fa la scuola per garantirci tutto questo?
Non esistono esami psicologici e medici, non esistono colloqui attitudinali , non esistono particolari studi sulla psicologia di gruppo o sulla psicologia della età evolutiva: il primo vincitore di concorso viene posto sul podio della cattedra dal quale,salvo macchie particolarmente infamanti, viene deposto solo per vecchiaia.

E quest'uomo, vincitore di un concorso (che si dice neanche molto difficile)

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Ho parlato sullo scorso numero della triste situazione in cui versa l'universitario italiano. Per comprenderne le cause, bisogna ora esaminare la situazione in cui versa lo "studente medio superiore" della scuola italiana.

Se la estrazione sociale o la ambizione sono un po' elevate il giovane viene avviato alle scuole cosiddette "umanistiche"(Liceo classico, scientifico o artistico).

Se le condizioni economiche, sono a livello di disagio il giovane, nel caso in cui non venga impiegato subito,viene indirizzato
verso scuole tecniche(geometri, meccanici, periti chimici, ottici, elettrotecnici,ecc.).

La vera scelta in termini brutale si fonda sulla seguente considerazione: chi fa il liceo non trova impiego dopo i primi 5 anni ma deve farne altri 5 di Università, e poche famiglie in Italia possono mantenere un figlio per10 anni (quando non sono di più) con l'aggiunta di libri, e tasse scolastiche; chi fa l'istituto tecnico, può dopo 5 anni contribuire all'economia domestica.

Aspirazioni e capacità intellettuali e attitudini sono cose che la società attuale non considera: nel 50% dei casi la 'vita di un ragazzo é già decisa (nell'altro 50% é decisa molto prima).

Farà parte della cosiddetta "classe dirigente"oppure sarà un tecnico obbediente ed esecutore. E' meglio decidere subito i ruoli di chi comanda o ubbidisce onde non dovere constatare più tardi spiacevoli malintesi. Il disprezzo tutto latino per il lavoro tecnico non è ancora morto: ecco perchè la scuola ci tiene tanto a queste divisioni.

Gli uni eletti per la speculazione, predestinati alle elevate diatribe teoriche sotto i porticati di università medievali; gli altri scelti
per realizzare (anche un po' pedestremente) ciò che menti geniali hanno partorito, per lavorare in officine fumose a contatto con oggetti privi di dignità estetica.

Dal punto di vista psicologica questa concazione significa per alunni e insegnanti un senso di inferiorità,ed di frustrazione che alla lunga portano anche a un minor rendimento.

Il professore di italiano che insegna in un istituto tecnico è spesso considerato "un fallito",e lo studente di ragioneria é colui che é ritenuto intellettualmente incapace di fare il liceo.

Picoola parentesi ed osservazione personale: tutta questa idea é anzitutto non vera (gli istituti di preparazione tecnica sono di una dignità e difficoltà pari e spesso superiore a quella dei licei), in secondo luogo é la causa prima del divario tecnologico che ci separa dagli Stati più avanzati.

Prendiamo in esame ora i licei per il loro. più stretto rapporto coll'università. Principio fondamentale su cui ai basa la struttura delle scuole superiori umanistiche è il seguente: NON SI INSEGNI MAI NULLA DI CIO' CHE E' UTILE.
La regola é lievemente trasgredita nel caso del liceo scientifico in cui si "osa" insegnare disegno e una lingua straniera.

Nel liceo classico c'é una aggiunta al principio di cui sopra: NON SI INSEGNINO COSE CHE SAPPIANO DI MODERNITA'.

L'arte finisce nel '600 (tutto il resto è tecnica); la storia ne11918; la letteratura muore insieme a D'ANNUZIO.

Quasi un terzo delle ore settimanali di lezione sono dedicate al latino e al greco: il latino perchè é la lingua della nostra cultura madre, il greco perchè é la lingua della cultura madre della nostra cultura madre.