Appalti legalmente truccati 2 (Eva Zenith)
(NOTA: queste riflessioni sono tratte dall'esperienza in appalti del settore sociale, ma è altamente probabile che gli appalti in altri settori siano dello stesso tipo)
Da almeno 20 anni, esistono solo appalti truccati "legalmente". Non esitono appalti sostanzialmente regolari, ma solo appalti formalmente regolari. Lo sanno tutti coloro che hanno partecipato ad un appalto pubblico. Qualche volta la magistratura se ne accorge e i media fingono di scandalizzarsi.
Esistono cinque categorie di vincitori di appalti legalmente truccati: quelli legati alle mafie, quelli collegati alle cooperative rosse, quelli di appartenenza cattolica, quelli legati all'appaltatore, quelli che pagano il pizzo. Non di rado i vincitori appartengono a tutte e cinque le categorie insieme.
L'ipotesi che un appalto sia vinto da qualcuno che sa fare il lavoro bene e con onestà è remota. Capita solo quando mafie, organizzazioni rosse e cattoliche, cordate dell'oligarchia locale, e appaltatore sono talmente in conflitto da non trovare un accordo.

Prima che il sistema degli appalti dilagasse, i politici affidavano i lavori a chi gli pareva. Se le cose andavano male, era sempre chiaro ed evidente chi fosse il politico responsabile. Capitava anche che qualche politico, per evitare grane, affidasse un lavoro a un'organizzazione competente. Oggi, grazie agli appalti, a meno di truffe smaccate e davvero idiote, nessun politico risponde mai degli appalti, perchè sono quasi sempre formalmente legali.

CAP.1 - L'informazione
CAP.2 - I requisiti e il controllo
CAP.3 - La Commissione e i risultati
CAP.4 - Il controllo sul campo e le variazioni
CAP.5 - I pagamenti e i rendiconti

Capitolo 2 - I requisiti e il controllo

Nella scelta dei requisiti per partecipare all'appalto, i "truccatori legali" raggiungono vette artistiche. Una prima scrematura avviene con la ragione sociale. All'appaltatore non interessa sei bravo ed onesto, ma devi avere la stessa ragione sociale dell'ente che dovrà vincere. Gli appalti sono vincolati alla ragione sociale degli interessati a partecipare. Cooperative, onlus, associazioni no profit, srl, spa: ogni appalto è riservato ad una categoria specifica Questo riduce molto i rischi di concorrenza.

Una seconda scrematura deriva dal bilancio. Ogni bando richiede che per partecipare devi avere un certo bilancio (in uno o anche tre anni precedenti), ma i più astuti chiedono che il bilancio deve essere basato su lavori simili o addirittura identici a quelli messi in bando. Nei bandi di una certa entità, è richiesta una fidejussione, cioè la garanzia di una banca, che naturalmente la fa pagare: questo, prima di sapere se vincerai o no.

La terza scrematura si basa sull'organico. Non è previsto che tu assuma i collaboratori dopo l'eventuale vittoria. Per partecipare devi avere x dipendenti o collaboratori, ma non basta. Bisogna che abbiano particolari lauree o diplomi ed è obbligatorio allegare i curricula di tutti. Non importa se il lavoro inizierà fra un anno o più. Devi dire ora chi ci lavorerà: non sono previsti decessi, licenziamenti o semplici impegni in altri lavori futuri.

Se il lavoro in bando prevede una sede per i futuri utenti, questa deve essere "a norma" e restare a disposizione fino alla decisione sul vincitore perchè se vinci e cambi la sede, rischi di non essere pagato.

Molti bandi richiedono che il progetto sia preceduto da una "ricerca sui bisogni", che devi fare a tue spese. Non importa se questa ricerca è fatta oggi, mentre le risposte a questi bisogni saranno date fra uno, due o anche tre anni. I tempi fra l'emissione del bando, la partecipazione, i ricorsi, la scelta del vincitore, l'avvìo del lavoro e la sua ultimazione sono spesso di svariati anni. Il progetto deve essere descritto nei dettagli, senza alcun interesse per i bisogni degli utenti (che non conosci e che fra 2/3 anni saranno del tutto cambiati). Cambiare un progetto in corso, sulla base di diversi bisogni emersi è il primo motivo di sospensione dei pagamenti.

L'ultima scrematura si basa su elementi formali. Se manca una firma su un foglio (tutti vanno firmati), la partecipazione è annullabile. Se manca un timbro la partecipazione è annullabile. Se la consegna avviene sei minuti dopo la scadenza, la partecipazione è annullabile. E' successo che sia stato eliminato un candidato perchè aveva scritto sul costo finale "quarantatremila trecento50" mentre il bando chiedeva la somma in lettere: "quarantatremila trecentocinquanta".

Sui requisiti l'appaltante si scatena, ma il trucco non sta solo nel porre requisiti bizzarri quanto ultimativi. Il vero godimento dell'appaltante sta nel controllo di questi requisiti. Chi controlla se i partecipanti al bando hanno o no i requisiti inderogabili richiesti? Qualche tirapiedi dell'appaltante, che verso gli estranei sarà severissimo, mentre per il candidato vincitore si mostra molto possibilista. Ogni requisito richiesto richiederebbe un'apposita indagine, che nessuno si mette a fare, specie verso chi è designato a vincere. I requisiti formali difettosi possono essere sanati con una telefonata, dopo la scadenza per le presentazioni: chi può sapere che prima non c'erano? La ricerca sui bisogni è fatta con un "copia e incolla" di ricerche fatte anni prima: ma chi lo viene a sapere? La sede per gli utenti non esiste o non è "a norma"? Se sei un "amico" non importa: basta una dichiarazione di "lavori di adeguamento in corso". Nessuno saprà se questi lavori dureranno anni. Il bilancio e la fidejussione sono opzionali o addirittura falsi, ma come farà a controllare il Fantozzi preposto al controllo? Se qualche funzionario onesto si accorge per caso di anomalìe, cosa deve fare? Segnalare al dirigente, che gli dice di "farsi i c....suoi", oppure che va dall'appaltante, che gli dice di "farsi i c....suoi".