CIVILIZZAZIONE (novembre 21, 2017)
mercoledì, Gennaio 8th, 2020La civilizzazione è il desiderio di trasformare la sicurezza in felicità.
La civilizzazione è il desiderio di trasformare la sicurezza in felicità.
Fra tv, internet, cartelloni stadali, volantini, non è esagerato stimare in un centinaio al giorno il numero dei messaggi pubblicitari cui siamo sottoposti. I bambini, nel decennio che va dai tre ai tredici anni, vengono bombardati da 300-400.000 messaggi. I giovani che arrivano ai 23 anni hanno subìto 600-800.000 messaggi. E non si tratta solo di messaggi puramente promozionali: insegnano come vestirsi, come comportarsi, come gestire relazioni, come mangiare, come passare il tempo libero, quali valori sono importanti e quali no.
Droghe, farmaci, violenza, alcol, gioco d’azzardo, social networks sono modi illusori di compensare la voce del mondo che ogni giorni ti urla: “non sei nessuno, non conti niente, non vali niente, non esisti”.
Alla fine, siamo solo i nostri ricordi.
Essere vuol dire essere percepiti. Non possiamo che vederci con gli occhi degli altri.
I lupattieri diventarono allevatori di lupi, invece che cacciatori. Il software antivirus è il business dei creatori di virus. Gli hackers sono lo strumento del controllo governativo del Web. Gli Stati che impediscono la libera circolazione degli uomini, e non pensano ad attivare voli o traghetti regolari, sono gli stessi che dicono di “salvare” i migranti del mare.
Frantumata l’identità territoriale nascono nuove comunità e appartenenze. Quelle immaginarie, come i cavalieri jedi, i cavalieri della Tavola Rotonda, i nuovi samurai. O quelle reali, come gli ordini monastici, i fan clubs, le tifoserie, i social networks, le corporazioni, le sette, la mafia, l’Isis.
L’aquila è stato il simbolo dell’impero romano, dell’impero napoleonico, dell’impero asburgico, dell’impero nazista.
Ora è il simbolo dell’impero americano.