RECIPROCITA’ dicembre 12, 2022
Settembre 22nd, 2023Tutto il sesso che vuoi fare con me, devo poterlo fare con te.
Tutto il sesso che vuoi fare con me, devo poterlo fare con te.
Ti vesti troppo da barbona senza tetto, per invitarti a cena.
Ti vesti troppo da bagnino, perchè accetti di uscire con te.
La società è arrivata allo zenith della nientificazione. Sembra che la sua unica vera funzione sia quella di ripetere che l’individuo non esiste, non vale e non conta nulla, non è interessante. L’individuo, messo al centro della Storia dal Rinascimento e dall’Illuminismo, è costantemente azzerato, annichilito, svalutato, dalla società moderna e post-moderna in tutte le sue articolazioni.
La retorica dell’impero d’Occidente è una continua ripetizione del valore delle donne, degli anziani, dei disabili, dei giovani, dei minori, dei lavoratori, dei migranti, dell’istruzione, della cultura, della ricerca, della sanità, della giustizia, dei “diversi”, dell’individuo, della persona. La realtà è totalmente opposta. LEGGI TUTTO
“Abbiamo fatto sesso una volta, poi sei sparita. Ti sei approfittata di me!”. No caro, il fatto è che tu non sai come si fa sesso.
La modernità e il “progresso” ci hanno dato oggetti e servizi mirabolanti. Dagli albori dell’umanità, l’uomo ha cercato soluzioni ai problemi della alimentazione, della comunicazione, della medicina, delle costruzioni, della difesa contro le minacce dei fenomeni naturali. Lo sviluppo di queste tecniche ha avuto per secoli un andamento lineare ma dall’industrialesimo (XVIII secolo) il cambiamento è stato accelerato e progressivo, in ogni settore della vita. LEGGI TUTTO
“Abbiamo fatto sesso una volta, poi sei sparito. Ti sei approfittato di me!”. Mi dispiace, ma mi è sembrato di fare sesso con una morta.
“Abbiamo fatto sesso una volta, poi sei sparita. Ti sei approfittata di me!”. No caro, è solo che 3 minuti non mi bastano.
“Abbiamo fatto sesso una volta, poi sei sparito. Ti sei approfittato di me!”. Mi dispiace, ma hai un odore che non sopporto.
Fiaba sulle relazioni post-moderne
Gottfried Comb abitava nella grande città di Zharkana nel deserto di Chernobog. Negli anni, Gottfried trovò Zarkhana troppo grande, anonima, sempre più priva di libertà, cultura e fantasia. Decise quindi di dedicare gli ultimi anni della sua vita alla costruzione di una città della cultura, dell’arte, dell’immaginazione e la chiamò Marglib. La nuova città distava 50 chilometri da Zharkana e, nel sogno di Gottfried, doveva diventare la città degli studiosi, degli artisti e di tutti coloro che cercavano libertà, confronto e fantasia. L’impresa era portata avanti, materialmente ed economicamente, dalle sole forze di Gottfried che contava sull’aiuto e la solidarietà dei potenziali futuri cittadini di Marglib. Il progetto richiese venticinque anni di lavoro, per arrivare ad uno stadio maturo. LEGGI TUTTO >>>>