Mi sentivo parte dell’Occidente (9/2/2003)

Mi sentivo parte dell’Occidente
quando mi insegnavano
ad avere vergogna della guerra,
ed ora è considerato vergognoso
difendere la pace.
Mi sentivo parte dell’Occidente
quando mi spegavano che
una delle cause della nascita e crescita del nazismo,
erano le inique condizioni in cui i vincitori avevano lasciato
la Germania, dopo la I°Guerra Mondiale.
E che dunque non
bisogna mai umiliare gli sconfitti con misure inique.
Mi sentivo parte dell’Occidente
quando mi raccontavano
che il diritto nasce dal rifiuto dell’uso della forza
come vendetta o giustizia privata.
Ora è alla ribalta la giustizia sommaria
del "dente per dente".
Mi sentivo parte dell’Occidente
quando percepivo il nostro
senso di colpa per le crociate, i conquistadores, gli imperi coloniali.
Ora devo assistere alla "guerra preventiva".
Mi sentivo parte dell’Occidente
quando leggevo che le basi
della sua modernità erano la tolleranza,
il valore della differenza,
il rispetto per la sovranità di tutti i soggetti politici.
Ed ora scopro l’intolleranza,
l’obbligo dell’omologazione,
la riscoperta di una sovranità limitata e concessa.
Mi sentivo parte dell’Occidente
quando ascoltavo di come la sua modernità fosse dovuta
all’uscita dall’oscurantismo,
dal fondamentalismo religioso,
dall’assolutismo politico.
Ed ora devo assistere alla crescita dell’oscurantismo liberale,
del fondamentalismo democratico
e dell’assolutismo imperiale.
Mi sentivo parte dell’Occidente
quando i miei maestri gridavano
la necessità del disarmo planetario.
Ora si giustifica la guerra in nome
dell’obbligo al disarmo dei Paesi minori
e del diritto al superriarmo dei più grandi.
Mi sentivo parte dell’Occidente
quando giudicavamo Hitler
colpevole per l’attacco alla Polonia
e i giapponesi per Pearl Harbor.
Ora si considera giusto il bambardamento
di Belgrado, Kabul e Baghdad.
Mi sentivo parte dell’Occidente quando (magari tardivamente)
stigmatizzammo i progrom degli ebrei,
ed ora stiamo arrivando
ai progrom degli islamici.
Mi sentivo parte dell’Occidente.
Ora non più.

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